Gli Elementi del Cosmo – Lo Scudo di Achille

Gli Elementi Del Cosmo

«Vi raffigurò la terra, e poi il cielo, e poi il mare, e il sole infaticabile e la luna piena, e inoltre tutte le costellazioni, di cui il cielo si fa corona, le Pleiadi e le Iadi ela forza di Orione, e l’Orsa, che chiamano anche col nome di Carro: essa gira sempre li, nel medesimo luogo, e guarda Orione ed è l’unica a non immergersi mai nelle acque dell’Oceano».
Il fiume Oceano (vv. 607-608).
«E infine vi rappresentava la forza grande del fiume Oceano, lungo l’orlo estremo dello scudo solidamente costruito».

E’ comune interpretazione che la rappresentazione degli elementi del cosmo naturale occupasse nello scudo descritto da Omero la parte centrale, cosi come è espressamente detto dal poeta che il gran fiume Oceano ne chiudeva l’orlo estremo. Questa collocazione della vita dell’uomo, del “cosmo umano”, fra gli elementi primordiali dell’universo da una parte, e il limite ultimo dello stesso, dall’altra, risponde certamente ad un’esigenza di fornire una prima sistemazione cosmogonica, secondo principi di generazione e delimitazione del mondo. Il destino dell’uomo è, dunque, organicamente inserito nella totalità del mondo naturale, ma, mentre la natura è sentita come fortee possente (eelion akamanta, sthenos Orionos, mega sthenos Okeanoio), agli uomini è attribuito l’epiteto di meròpon “mortali”, se cosi va interpretato questo termine.

Carro del Sole - Lo Scudo di Achille Alessandro Romano
Carro del sole

Omero non vive, tuttavia, drammaticamente questo contrasto: egli è lontanissimo sia da Mimnermo che investe della propria sensibilità malinconica il mondo della natura (cfr. fr. 10 Diehl: “Il sole, infatti, ha in sorte tutti i giorni la fatica, e non vi è mai alcun riposo nè per lui, nè per i suoi cavalli”), sia dal lucido pessimismo leopardiano della Ginestra: per il cantore arcaico, infatti, mondo naturale e mondo umano si integrano perfettamente in una visione dominata dall’ordine e dalla razionalità.

Gea - Lo Scudo di Achille Alessandro Romano
Gea (Terra)

Le costellazioni, cui Omero appena accenna, si sono prodigiosamente moltiplicate nello scudo di Alessandro Romano e, mentre il racconto omerico è concentrato nella fascia centrale, la rappresentazione dei segni del cielo si snoda lungo la fascia interna ed esterna; i sole, poi, con il suo possente carro, lanciato nella eterna corsa, occupa interamente la parte centrale dello scudo stesso.

Il mito, escluso dalla narrazione omerica, tutta incentrata sulla quotidianità dell’ esistenza, rifiorisce in mille forme nelle mani dello scultore moderno: un labirinto stupefacente di figure, che ora si distaccano prepotentemente dallo sfondo, ora quasi si confondono con esso. Un labirinto in cui smarrirsi sarebbe inevitabile, se non ritrovassimo emozionalmente, il senso di un itinerario che, muovendo dalle rappresentazioni del Sole, della Terra, del Mare, ci guida, da un segno all’altro, verso una riscoperta di immagini e sensazioni, sedimentate nella nostra fantasia e che attendevano solo di essere ridestate.

E, mentre davanti ai nostri occhi si svolge il filo della vita dell’uomo, con un moto parallelo scorrono le costellazioni; e dapprima, subiamo il richiamo di quelle della fascia interna, che s’impongono con la loro evidenza plastica: la costellazone Andromeda, Cefeo, Cassiopea e Perseo, ai cui piedi spalanca, oriemai inutilmente, le sue fauci il mostro domato, l’Orsa maggiore e minore, il Centauro, la Chioma di Berenice, il Drago, la Freccia, Eracle che lotta con il leone neméo, Leda e il cigno. Il passagio alla fascia esterna ce lo indica la coda dell’Idra, che sottesa alla raffigurazione del racconto omerico, riemerge fra le onde dell’Oceano, con il suo sviluppo anguiforme. Anche nella creazione dell’artista moderno “il gran padre Oceàno” ricopre l’orlo estremo dello scudo, ma nel disegno fitto delle sue onde risplendono ancora i segni del cielo: riconosciamo i dodici segni dello Zodiaco e le altre costellazioni minori, come l’Aquila, il Cigno, l’alato Pégaso, il cacciatore Orione, la Lepre, il Defino.

Sempre più potente diventa il richiamo di questo universo stellato; tra questi segni siamo tentati di rintracciare quello del nostro destino, ma una figura, quella di Athena Pròmachos, che nel suo tradizionale atteggiamento fiero si leva su di una colonna, costituisce un chiaro segnale e un ideale punto di riferimento: Athena, nata dalla testa di Zeus, simbolo della razionalità e della civiltà umana, ci riporta sulla terra. E di qui, cogliendo l’eco del canto del divino Omero, ha inizio il nostro itinerario.

Ercole - Lo Scudo di Achille Alessandro Romano
Eracle e il leone Neméo
Leda - Lo Scudo di Achille Alessandro Romano
Leda e il cigno
Andromeda - Lo Scudo di Achille Alessandro Romano
Andromeda
Chirone - Centauro - Lo Scudo di Achille Alessandro Romano
Chirone / Centauro