Confessioni di Sant’Agostino
Presentazione del libro “Le Confessioni di Sant’Agostino” al Teatro Argentina di Roma.
Immagini dell’evento
Opera
Intervento di Alessandro Romano
Ho raccolto volentieri l’invito di un mio intervento poiché ritengo importante testimoniare, se pur brevemente, oltre che con le opere, anche con le parole, lo stupore del mio incontro con S. Agostino nelle “Confessioni”.
Avevo tentato qualche anno fa un approccio personale alle confessioni, dopo un vivace incontro svoltosi una sera in casa di alcuni amici, in Sicilia, incuriosito da certe affermazioni che questi facevano e che io, devo dire non afferravo perfettamente, o piuttosto, alla luce dell’esperienza odierna, direi, che non intendevo accettare.
Una frase in particolare si presentava di continuo alla mia mente generando dentro di me sconcerto ed in qualche modo, un certo allarme: “DIO DENTRO DI ME”. Questo primo tentativo, devo confessare, si fermò proprio a causa di questi grandi interrogativi, che mi erano piombati addosso e che io non ero riuscito a superare.
L’anno scorso ho avuto il piacere di conoscere il prof. Cappelletti, al quale mi lega oggi una grande amicizia, questo, dopo una visita nel mio studio, con un’affettuosa lettera mi invitava a partecipare ad un grande progetto insieme: “Commentare ed Illustrare le Confessioni di Sant’Agostino”.
Accettai d’impeto, anche se subito dopo sentii nascere dentro di me una certa ansia per la grande responsabilità che mi ero preso vista, fra l’altro l’esperienza precedente. Il piacevole incontro con Lazzari poi, contribuì a rasserenarmi ed a predispormi nel giusto stato d’animo per iniziare questo grande lavoro.
Pur iniziando in punta di piedi questo viaggio all’interno delle confessioni, devo affermare che lo stupore fu subito enorme, leggevo i brani che solo poco tempo fa mi lasciavano non dico indifferente ma quasi, ed ora invece le immagini si accavallavano le une alle altre nella mia mente, erano tantissime, al punto che per illustrare alcune frasi non era sufficiente un solo disegno, ma addirittura ce ne sarebbero voluti diversi, (vedi la prima e la seconda tavola). La cosa mi sorprese tanto che mi domandai come avrei fatto ad affrontare tutti i libri e quanti disegni sarebbero stati necessari per illustrare questo lavoro (certamente un numero molto superiore a quelli programmati).
Fu ripensando ad un gesto fatto a caso, durante i primi approcci, nel quale trovai la risposta a tutte le mie domande, aprendo le Confessioni di Sant’Agostino al capitolo secondo del libro undicesimo mi aveva colpito particolarmente una frase: “Signore compi la tua opera in me e svelami quelle parole”. In questa frase l’autore riconosce tutti i limiti che caratterizzano la natura umana di fronte allo spirituale e capisce che solo facendo un atto d’umiltà è possibile per lui arrivare a conoscere il contenuto delle scritture.
Capii così che la strada da seguire era racchiusa in un gesto antico e straordinario: l’affidamento.
Così feci ed ogni volta ho aperto le confessioni con l’intima convinzione che quello era il capitolo che mi veniva suggerito e scoprivo ogni volta vi assicuro, in poche parole, o in un brano intero, le scene che ora voi vedete realizzate in questa opera. Spero di essere riuscito a trasmettere per intere tutte le sensazioni che ho provato, vi assicuro che per me è stato un incontro straordinario.
Un incontro che ha lasciato inoltre dentro di me una sana e straordinaria inquietudine, conoscere le altre immagini che tuttora giacciono nascoste nel resto delle Confessioni di Sant’Agostino
Grazie,
Alessandro Romano